Rise of the Tomb Raider
Prima uscita: 10 Novembre 2015
Premessa
Dopo il solido primo capitolo, “Crystal Dynamics” torna con un seguito che aveva il compito di evolvere e perfezionare ciò che di buono aveva fatto nel 2013, dimostrando di ascoltare critica e fan. Se prima con Tomb Raider, abbiamo visto la nascita di una sopravvissuta, in Rise of Tomb Raider ne vediamo l’ascesa, con una Lara che, con le esperienze passate, si dimostra fin da subito pericolosa, in un sequel dalle eccellenti qualità.
Kitež e Koščej l’immortale
Leggende di origine russa che coinvolgono una città, chiamata addirittura Atlantide russa, e un personaggio immaginario del folklore slavo.
Standard
Gioco base;
20 Years Edition
Gioco base, tutti i DLC(Season Pass);
Collector's Edition
Gioco base, Steel Case, statua di Lara 30cm, collana di Giada di Lara, Diario di Lara;
Recensione
Versione testata: PC, Standard Edition
Comparto Narrativo
Lara, seguendo gli appunti del padre, si inoltra in una spedizione che la porta dapprima brevemente in Siria e poi interamente in Siberia, alla ricerca di un manufatto in grado di donare l’immortalità su cui il padre stava indagando, prima della sua prematura morte.
Con questo espediente comincia una storia che risulta superiore alla precedente con un intreccio, regia e struttura di ottima qualità ma che rivelano alcune rare banalità e dialoghi non proprio eccelsi, in una quantità tuttavia irrisoria e non abbastanza preponderante da rovinare l’esperienza narrativa.
Un cast di personaggi notevolmente migliorato, con una caratterizzazione forte soprattutto per l’antagonista dalla raison d’etre convincente ed una trama più intrigante e coinvolgente, modellando un comparto narrativo che, seppur con qualche caduta di stile sul finale, è di superba qualità.
Meno brutalità e drammi esistenziali dal primo capitolo, che lasciano spazio ad una Lara ora più capace e sicura di sé, non più trascinata dagli eventi ma parte integrante di essi. Se nel capitolo precedente osservavamo la nascita di una sopravvissuta, qui accompagniamo Lara in una avventura sulle orme del padre alla ricerca di risposte e per evitare che forze più grandi si impossessino di manufatti pericolosi, trasformando però la ricerca in una ossessione, come fu per il padre.
La qualità delle ambientazioni è stupefacente, ricche, dettagliate e dall’impatto scenico maestoso. Sono inoltre molto diversificate le varie aree, non stancando mai sulla ripetitività di un unico stile e variando mood ed atmosfera a seconda della zona.
Gameplay
Tutto quello che c’era in “Tomb Raider” è stato migliorato e sono state aggiunte nuove meccaniche. Il mondo di gioco è decisamente più vasto del precedente, le macroaree in cui è suddiviso il titolo sono tutte più grandi e più ricche che mai. Anche qui, il gameplay può essere suddiviso in esplorazione, combattimenti ed enigmi.
La componente esplorativa, con un level design rinnovato ed evoluto, si dimostra notevolmente migliorata, anche grazie all’aggiunta di diverse nuove meccaniche per l’esplorazione e ad una richiesta di tempismo maggiore al giocatore, mantenendo comunque sezioni platform mai troppo complicate.
Lara può scalare, aggrapparsi, ora anche nuotare(solo in superficie, in delle sezioni in acqua solamente sceniche) e dondolarsi o appendersi in specifiche superfici. L’ampliamento delle aree dona inoltre un profondo senso di libertà, dove il giocatore è libero di esplorare alla ricerca di collezionabili, sfide, tombe ed in questo capitolo anche affrontare missioni secondarie, cacciare e imparare lingue.
Andando per gradi, la quantità di collezionabili e sfide è impressionante e in questo capitolo aumentano anche le tombe, ora delle vere perle di qualità artistica e di gameplay che al loro completamento permettono l’apprendimento di abilità uniche. Presenti anche missioni secondarie, che richiedono lo svolgimento di determinati compiti, ottenibili parlando con determinati NPC.
Torna la feature della caccia, ora ben integrata nel gameplay perché necessaria per il ritrovamento di materiali specifici per il miglioramento di armi ed equipaggiamento, rendendosi utile ma anche appagante, vista la presenza di creature feroci come lupi, giaguari e orsi. Le risorse possono anche essere usate per la creazione di munizioni speciali o oggetti usa e getta creabili sul momento.
Perfettamente contestualizzata inoltre la meccanica delle lingue. Lara, essendo archeologa, apprenderà sempre di più una lingua analizzando manufatti, affreschi ed opere dello stesso lignaggio. Raggiunti certi livelli di abilità nella comprensione di una specifica lingua, potrà tradurre monoliti che le riveleranno la posizione di ricchi tesori nella mappa.
Esplorare, permette inoltre il ritrovamento di particolari monete, utilizzabili in uno specifico store dove è possibile comprare equipaggiamento avanzato altrimenti inottenibile. Tornano dal capitolo precedente anche i momenti adrenalinici, molto meno ripetitivi e frequenti, dal più profondo impatto scenico. Presenti anche fasi QTE sempre ben integrate e coinvolgenti, seppur complicate solo a livelli alti di difficoltà.
Il combattimento è stato anch’esso notevolmente migliorato ed espanso. Il gunplay ora restituisce un feeling ottimale e soprattutto unico per ogni arma. Queste non sono più solo 4 ma di 4 categorie: archi, pistole, fucili e shotgun. Ogni arma ha le sue statistiche ed i suoi upgrade. Questi miglioramenti possono essere effettuati solo con risorse che si trovano per la mappa e cacciando gli animali.
Come detto, servono le risorse anche per la fabbricazioni di munizioni speciali come frecce velenose dai funghi, oggetti improvvisati come molotov dalle bottiglie oppure le medicazioni dalle piante. E’ possibile sbloccare nuove armi trovandone tutti i componenti, nascosti nelle mappe. E’ anche possibile scegliere gli abiti di Lara ma solo pochi danno bonus, gli altri sono puramente estetici.
Il cover system automatico utilizzato nel primo capitolo viene ripreso e perfezionato, non mostrando più alcuna sbavatura. Diventa invece parte integrante del gameplay la componente stealth, con meccaniche ampliate e perfezionate come abilità specifiche, diversi modi per distrarre i nemici e possibilità di uccisioni silenziose dall’alto e da nascondigli(come erba alta) oltre che una più ampia gamma di situazioni dove sfruttare tali meccaniche.
L’I.A. nemica risulta più articolata(senza essere superlativa), ma i tipi di nemici sono poco più differenziati dal capitolo precedente. Gli enigmi sono ora più interessanti e complicati, più vari e soprattutto intelligenti, ben integrati nella storia principale. Restano comunque migliori gli enigmi delle tombe, quasi di un’altra categoria se paragonati a quelli della storia principale.
La componente ruolistica delle abilità viene anche qui espansa, con numerose nuove abilità divise sempre in tre rami distinti, che permettono di migliorare le capacità di Lara nell’esplorazione e nei combattimenti.
Comparto Tecnico
Il livello grafico raggiunto in “Rise of the Tomb Raider” è impressionante: graficamente notevole e dalla qualità di effetti particellari, animazioni e scenografia eccellenti, mostra il fianco solo in una mal implementazione delle tecniche di AA negli oggetti lontani notabile solo in alcune aree specifiche, alcuni rari artefatti grafici nella riproduzione delle ombre ed una non sempre eccellente qualità dell’illuminazione volumetrica e della rappresentazione dei God Rays.
D’altro canto però presenta una rinnovata tecnologia PureHair che simula in maniera incredibile i capelli di Lara, ed un ottima riproduzione delle espressioni facciali dei personaggi. Colonna sonora ottima, ma tuttavia mai effettivamente memorabile mentre il doppiaggio è migliorato enormemente, raggiungendo ottimi livelli in questo sequel. Tutto il comparto tecnico contribuisce però ad un livello artistico generale davvero ottimo e dall’impatto scenico di ogni ambiente eccellente.
Ultime Recensioni
Tra fasi alternate di caccia, shooting, enigmi, crafting ed esplorazione mozzafiato, il titolo di Crystal Dynamics si dimostra variegato, profondo e piacevole da giocare. Con una trama decisamente meglio narrata e costruita e dal cast di personaggi più ristretto ma approfondito a fare da contorno ad un gameplay dalle tante sfaccettature tra esplorazione, combattimento, puzzle e survival, spicca anche una componente tecnica pregevolissima tra grafica superlativa e sound ottimo, a confezionare un prodotto dalle qualità eccelse e tra i migliori dell’intera saga, che affascina e sbalordisce con i suoi scenari e la sua lore ed al tempo stesso impegna e diverte con i suoi enigmi e combattimenti, regalando un esperienza completa e ben costruita in ogni sua parte.
Miglioramento è la parola chiave in “Rise of the Tomb Raider”, tutto quello che è stato ripreso dal primo capitolo viene ampiamente migliorato, mentre vengono aggiunti alcuni nuovi elementi. Per cominciare, se quella del precedente capitolo non brillava particolarmente, qui la storia si dimostra di gran lunga superiore, con scenari dall’impatto scenico sempre incredibile e dalla bellezza dirompente. Forse la palette cromatica quasi sempre su colori freddi e grigi ha allontanato un po’ il coinvolgimento emotivo nella storia, che a parte plot twist ed alcuni personaggi, ha avuto poca presa, forse per il poco fascino che mi regalava il manufatto o per l’interazione di Lara con il popolo di Jacob. Anche il gameplay è ampiamente superiore: con un gunplay dall’ottimo feeling, stealth ben integrato, crafting profondo, platform variegato(anche se poco impegnativo), enigmi interessanti e componente survival, grazie anche alla caccia, più rilevante; il tutto perfettamente bilanciato. Ho però trovato invasivo l’HUD, specialmente gli aiuti, quasi a coprire porzioni intere di schermo per dirmi come usare un oggetto. Tecnicamente il titolo, anche se presenta leggere sbavature, lascia di stucco. Di una bellezza sconcertante il comparto grafico con paesaggi, luoghi, personaggi, e ambienti spettacolari. Nulla possono quei pochi difetti contro una direzione artistica davvero eccezionale, accompagnata da una bellissima colonna sonora, che compongono quelle che personalmente è un capolavoro.