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Tomb Raider: Underworld

Cover del gioco Tomb Raider Underworld
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PIATTAFORME

PC, PlayStation 3, XBox 360, Wii, Nintendo DS

DATA

18 Novembre 2008

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Recensione

Premessa

Con questo titolo, sequel di “Tomb Raider: Legend” e collegato anche agli eventi di “Tomb Raider: Anniversary”, termina la trilogia soft-reboot targata “Crystal Dynamics”.  Il gioco è l’ultimo capitolo della saga “Tomb Raider” pubblicato da “Eidos Interactive” prima dell’acquisizione di “Square Enix”.

Comparto Narrativo

La trama si sviluppa a partire dagli eventi di “Tomb Raider: Legend”, riprendendo anche gli eventi di “Tomb Raider: Anniversary”. Come il titolo potrebbe suggerire, Lara si ritrova alla ricerca del mondo dei morti Avalon, finendo per trovare quelli di altre culture differenti come il mondo sotterraneo di Bhogavati della cultura induista o Xibalba, l’oltretomba Maya, tutti però collegati in qualche modo alla cultura norrena e quindi al regno dei defunti norreno Helheim.

Il suo intento è cercare di riportare nel regno dei vivi sua madre, dopo le scoperte fatte in “Tomb Raider: Legend”. In questa avventura reincontrerà due vecchie nemiche, Amanda e Natla, che sembra si siano alleate contro di lei, entrambe intenzionate a trovare, come Lara, il martello di Thor, unica chiave per aprire i cancelli di Helheim.

Per quanto abbastanza ben narrata e interconnessa con gli altri titoli della trilogia “Crystal Dynamics”(creando una certa continuity) la storia presenta fin troppi collegamenti improbabili fra culture troppo diverse, risultando in una serie di forzature che sfiorano la rottura della sospensione dell’incredulità. I dialoghi sono buoni, così come le performance dei personaggi, e più di una volta il pathos generato coinvolge e sviluppa anche interessanti colpi di scena.

Peccano tuttavia i momenti action nelle scene e le forzature volte a far combaciare la storia, nonché la mancanza di diversità nelle ambientazioni in quanto, nonostante si visitino Thailandia e Messico, a farla da padrone sono spesso rovine norrene, che si differenziano poco in quanto messa in scena e risultano d’impatto solo per la loro imponenza piuttosto che per ricchezza di dettagli o diversità architettonica.

Gameplay

Il gameplay rimane quello dei due capitoli precedenti con alcune aggiunte. L’interfaccia, oltre che mostrare in alto a sinistra salute, munizioni ed arma selezionata, presenta anche una barra dell’adrenalina, sfruttabile nei combattimenti per colpi alla testa mirati o per avviare un rallenty e mirare con precisione durante la mira manuale.

Il movimento riprende quello dei capitoli precedenti ma qui capita spesso che i comandi non siano perfettamente responsivi e che Lara esegui in maniera sbagliata o non esegua affatto una determinata azione. In acqua i movimenti sono stati resi più rapidi ma risultano ancora un po’ legnosi. Aggiunto al move-set la possibilità di saltare in direzione opposta alla parete sulla quale Lara, dopo un salto, si è scontrata.

Con 4 tasti si accede velocemente alla torcia, kit medici, telecamera(utile per osservare la mappa ed i percorsi da fare) e switch dell’arma, questa è una sola oltre le doppie pistole ed è possibile sceglierla all’inizio di ogni missione così come l’abito di Lara. Dal menù è possibile accedere ad una mappa sonar che può aiutare il giocatore ad orientarsi meglio, in più è possibile usufruire di aiuti sul percorso da intraprendere o addirittura di avere la soluzione ad un determinato enigma.

Tra le armi disponibili: doppi mitra, shotgun, fucile d’assalto, pistola sedativa ed arma subacquea. Il sistema di combattimento è stato migliorato oltre che con l’aggiunta delle caratteristiche legate all’adrenalina, anche per il sistema di doppio puntamento, che permette a Lara di sparare a due bersagli diversi contemporaneamente quando imbraccia delle armi akimbo, ritorna inoltre la possibilità di usare granate.

Gli enigmi in se non sono molto complicati e non all’altezza del titolo precedente. Il platform invece rimane sugli stessi livelli con un buon grado di difficoltà ed una maggiore diversificazione, data anche dall’uso più incisivo della fisica in gioco, che spesso però rivela difetti di implementazione. Sarà possibile infatti raccogliere oggetti pesanti, pali o spostare oggetti anche con l’aiuto del rampino.

In questo capitolo è inoltre possibile usare una moto, che più che negli altri titoli della saga risulta meglio implementata ed utile non solo nell’esplorazione e nei frangenti action, ma anche per la risoluzione di alcuni puzzle. L’IA nemica è basilare ma l’aggressività mista alla loro diversità bastano a rendere i combattimenti dinamici e piacevoli. Non ci sono per la prima volta nella serie delle boss fight, così come manca il livello opzionale classico del maniero Croft. Tornano invece come negli altri titoli segreti e tesori che sbloccano contenuti extra.

Comparto Tecinco

Texture, modelli poligonali e struttura sono ottime per tutta la durata del titolo, a peccare però sono alcuni effetti luce e la qualità delle ombre generale, nonché diversi altri piccoli difetti tecnici a cominciare dalla telecamera, spesso nemica del giocatore, che potrebbe finire per rendere arduo il più facile dei combattimenti o la più semplice delle sezioni platform.

Altra nota dolente è la qualità dell’implementazione della fisica nel mondo di gioco. Lara interagisce con gli elementi nell’ambiente alzando le mani vicino al fuoco, spostando il fogliame, prendendo fisicamente gli oggetti, inoltre si sporca in base al movimento e i detriti 0 i corpi dei nemici rimangono nell’ambiente senza sparire, rendendo il mondo più vivo.

Il problema sono però i frequenti bug, glitch ed effetti di compenetrazione che causa la pessima implementazione della fisica negli ambienti, che il più delle volte reagisce in maniera del tutto innaturale. Da notare anche una cattiva stabilità generale del titolo, che potrebbe portare in alcuni sistemi con determinate impostazioni, cali di frame rate anche ingenti.

Altro problema riguarda il movimento, legato più che al movimento in se, all’animazione che questo comporta. I salti da un punto all’altro spesso sembrano scriptati ed esuli dalla direzione o tempistica impartita dal giocatore, risultando spesso in un salto a vuoto o sul posto perché questo non ha innescato correttamente l’animazione.  Mentre quelle di Lara sono buone, le animazioni dei nemici sono discutibili, generando a volte glitch grafici.

Al livello audio, la colonna sonora è ottima così come il doppiaggio, nella migliore performance di Elda Olivieri nei panni di Lara e di una qualità generale buona da parte dei vari personaggi. Macchia però questo buon lavoro una cattiva gestione del mixaggio audio, che vede spesso la voce di Lara più bassa e sottotono rispetto alle altre voci in scena e al di sotto del livello audio della colonna sonora oltre al fatto che alcune linee di dialogo dei nemici non sono state doppiate. 

Conclusione

Picture of Exion
Exion
Amministratore

“Tomb Raider: Underworld”, nonostante i parecchi difetti che lo contraddistinguono, risulta un prodotto tutto sommato buono, capace di intrattenere e divertire. La storia riserva alcune sorprese e, nonostante le forzature, presenta un buon intreccio narrativo con un altrettanto buono cast di personaggi che non brilla mai ma che si mantiene costantemente a discreti livelli. I puzzle perdono un po’ del mordente dei capitoli precedenti ma il platform ed i combattimenti si arricchiscono di aggiunte interessanti senza però stravolgere particolarmente le basi. Al livello tecnico il titolo mostra più volte il fianco mostrando diversi problemi d’ottimizzazione ed implementazione che potrebbero minare l’esperienza complessiva.

Opinione

Picture of Exion
Exion
Amministratore

A prescindere dai difetti tecnici vi sono diversi fattori rilevanti, che toccano quasi tutti gli aspetti del gioco, e che insieme si sono rivelati un cattivo assortimento, finendo per macchiare pesantemente l’esperienza e la godibilità piena del titolo. Ritengo innanzi tutto inspiegabili i collegamenti fatti tra le varie culture, compresa quella senza alcuna logica, di Atlantide. Sembra quasi ci fossero altre idee dietro la trama originale ma che poi fossero state cambiate per includere anche “Anniversary” nella continuity narrativa. La saga ha sempre presentato elementi soprannaturali, ma è sempre rimasta legata alla storia, modificando solo alcuni elementi e mantenendo una certa “logica”, cosa che qui viene ampiamente scavalcata con il continuo ripetersi delle stesse rovine norrene in luoghi astorici. Per fortuna, sporadicamente, si possono apprezzare scenari migliori e dall’alto impatto scenico appartenenti alle altre civilità. Apprezzabile anche la scelta di condividere in maniera indiretta con il giocatore la lore delle culture attraverso i docufilm di Lara. I problemi relativi al gameplay sono da ricercare nel movimento, nelle animazioni, negli enigmi banali, nel platform ripetitivo, ed in sezioni di combattimento piatte. Notabile anche un eccessiva suscettibilità ai danni da caduta. Graficamente stupisce la bassa qualità degli effetti luce e particellari, mentre da molto fastidio la mal implementazione della fisica degli oggetti. In generale sono più i fastidi che i piaceri a spiccare in questo titolo, che riesce però a rimanere discreto, grazie a certe idee e momenti in cui brilla.

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