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Cover del gioco Tomb Raider: Anniversary

Tomb Raider: Anniversary

Prima uscita: 1 Giugno 2007

Sviluppatore

Editore

Piattaforme

PC, PlayStation 2, XBox 360, PSP, Wii

Recensione

Stampa

Tomb Raider: Anniversary

Prima uscita:
1 Giugno 2007
Piattaforme:

PC, PlayStation 2, XBox 360, PSP, Wii

Sottogenere:

Recensione

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Premessa

Dopo il buon lavoro fatto con “Tomb Raider: Legend”, a “Crystal Dynamics” viene affidato il compito di omaggiare la serie per il suo decimo anniversario riproponendo il primo gioco del franchise in più moderne vesti e meccaniche. Anche se il team di sviluppo si riferisce al titolo come un gioco nuovo profondamente ispirato dall’originale “Tomb Raider”, è impossibile non riferirsi a questo titolo come un remake vero e proprio del gioco del ‘96, in quanto musiche, ambientazioni e trama attingono a piene mani dal lavoro di Core Design e le somiglianze sono troppe per ridurle ad omaggi o citazioni.

Edizioni

Standard
Gioco base;

Recensione

Versione testata: PC, Standard Edition

Comparto Narrativo

“Crystal Dynamics” riprende esattamente la stessa storia del primo “Tomb Raider” adornandola ed aggiungendo cutscene e dialoghi per renderla più fluida e comprensibile e permettendosi di cambiare alcuni particolari per renderla più matura e dinamica.

La trama ricalca quindi la prima vera avventura di Lara Croft(rendendo di fatto questo capitolo un prequel rispetto a “Tomb Raider: Legend”) al soldo di Natla, un’imprenditrice e donna d’affari che la ingaggia per recuperare lo Scion, un manufatto collegato al mito di Atlantide.

Viene dato, in questo rifacimento della trama, più spessore ai personaggi e un introspettiva più profonda nelle esperienze di Lara, che si ritrova, per la prima volta, a compiere decisioni ed atti che ne tempreranno il carattere. Tuttavia la messa in scena e il montaggio forse troppo frettoloso non danno abbastanza enfasi ai momenti, che perdono parte del pathos.

Gli sviluppatori hanno ripreso le ambientazioni più interessanti del capitolo originale espandendole e migliorandole grazie al nuovo engine, aggiungendo anche sezioni e luoghi del tutto nuovi. Le atmosfere e culture sono palpabili in ogni livello tra rovine Inca, strutture greco-romane e tombe egizie.

Gameplay

Il gameplay riprende le basi poste su “Tomb Raider: Legend”, con un movimento e visuale liberi con telecamera alle spalle della protagonista, con la possibilità nelle mappe di afferrare sporgenze, dondolarsi su corde, scalare, ruotare su sbarre orizzontali e nuotare, quest’ultimo è caratterizzato ancora da un movimento più rigido rispetto alla libertà a terra.

L’interfaccia riprende quella del capitolo precedente snellita ulteriormente e risultando ancora meno invadente, rendendosi visibile solo durante i combattimenti o nel caso si utilizzi un oggetto. In alto a sinistra compariranno salute, ossigeno e il numero di kit medici a disposizione. In basso a sinistra le arma e munizioni equipaggiate. Le armi sono le stesse del primo capitolo della saga, le doppie pistole, doppie calibro 50, doppie mitragliette ed uno shotgun.

Nonostante l’assenza di nemici umani e le poche armi a disposizione, il combattimento risulta più vario del capitolo precedente sia per una nuova feature di schivata precisa che rallenta il tempo e permette un contrattacco, sia per la varietà dei nemici, che sono per la maggior parte bestie selvagge ma alcune con delle peculiarità e precisi pattern di attacco, che differenziano e rendono più ardui i combattimenti. Il sistema di puntamento è lo stesso del precedente capitolo, automatico, presentando però una reattività migliorata, insieme a dei migliorati movimenti sia del personaggio che di camera. 

Nel titolo viene inoltre abbandonata la linearità e semplicità delle sezioni platform e degli enigmi, creando un ambiente decisamente più ragionato e difficile da fronteggiare. Vanno infatti ben studiati percorso e tempismo per riuscire a superare alcune sezioni platform mentre gli enigmi, pur non brillando per complessità, risultano ponderati, dall’ottima messa in scena e ben integrati con il platforming.

Tornano dal capitolo precedente i QTE, che rimangono fin troppo semplici e meri elementi di contorno. Lo spostamento degli oggetti viene migliorato rispetto ai movimenti troppo “larghi” di “Tomb Raider: Legend”. Migliorata anche la disposizione dei checkpoint nei vari livelli.

Le boss fight sono le stesse del capitolo originale, tuttavia tutte abbastanza semplici e accomunate qui dallo stesso sistema: il riempimento di una barra secondaria a quella degli HP del boss, che una volta riempita indebolisce o induce il nemico ad una specifica mossa, a quel punto il giocatore dovrà sfruttare tale momento per ridurre gli HP del nemico.

Presenti infine, come da prassi nella saga, dei luoghi ed oggetti segreti che se trovati sbloccano contenuti extra. Torna anche il maniero Croft, che come per il precedente capitolo presenta segreti ed enigmi, oltre ad un ambiente liberamente esplorabile ed ottimo far pratica con il set di movimenti.

Comparto Tecnico

Tecnicamente il lavoro è a grandi linee ottimo ma si perde nei dettagli. Tralasciando i rarissimi glitch ed altrettante texture a bassa risoluzione, l’intera opera si concentra nel dare un impatto visivo generale mozzafiato negli scenari e panorami delle località nonché negli interni di tombe e rovine che affascinano con le loro strutture e composizioni. A favorire l’effetto una disposizione degli effetti luce precisa e coreografa.

Andando nel dettaglio invece si notano alcune pecche come la scarsa qualità delle ombre, effetti particellari non eccellenti ed una fisica ancora troppo basilare, con tuttavia un’ interazione con l’ambiente migliorata, specie lo spostamento di oggetti. Vi sono, seppur rari,  dei bug che bloccano o limitano i movimenti dei nemici in determinate posizioni.

Le animazioni sono buone e diversificate, sia per i movienti sia per i modelli in generale durante le cutscene. La colonna sonora è un rifacimento dell’originale che comprende anche tracce inedite, in un compendio di musica e suoni orchestrali che enfatizzano i momenti, che siano cutscene, esplorazione o combattimento. Il doppiaggio italiano migliora rispetto al precedente capitolo pur inciampando in alcune occasioni. Elda Olivieri continua a dare la voce a Lara Croft.

Conclusione

Picture of Exion
Exion
Amministratore

“Tomb Raider: Anniversary” è un ottimo remake dell’originale ed un buon titolo nel 2007, che riesce a mixare vecchio e nuovo in maniera egregia. Le atmosfere e la trama del primo Tomb Raider, nonché la “solitudine” di Lara vengono lasciate quasi del tutto intatte ed anzi esaltate dalle scelte di design e dalla colonna sonora oltre che graficamente. L’impatto generale è infatti ottimo, è nel dettaglio che si perde un po’ della qualità del titolo senza però snaturarlo in alcun modo. Inoltre il team ha aggiunto nuove aree alle vecchie per rendere il capitolo fresco e innovativo, cosa pienamente riuscita anche nel campo del platform e dei puzzle, sezioni adesso ben integrate fra loro, meno lineari e più difficili del primo lavoro di” Crystal Dynamics”. I combattimenti, seppur più complessi e dinamici, potranno risultare al di sotto delle aspettative a causa dei nemici e dell’equipaggiamento a disposizione di Lara, così come potrebbe un po’ deludere la narrazione, che riprende piacevolmente l’originale ma che poteva essere diretta ed espansa meglio, presentando invece alcune pecche narrative.

Opinione

Picture of Exion
Exion
Amministratore

Un remake che riesce a dare al giocatore contemporaneamente una sensazione di nostalgia e stupore, in una versione estesa, rivista e migliorata del primo capitolo della saga a cui si aggiungono le innovazioni di “Tomb Raider: Legend”. La storia non è stata quasi del tutto modificata, mantenendo la linea narrativa identica e piuttosto aggiungendo nuove scene e situazioni, andando a definire meglio la prima avventura di Lara che dimostra titubanza in alcune situazioni, maturando col tempo una maggiore sicurezza e coscienza di se. Deboli le sezioni action nelle cutscene, rasenti l’assurdo, mentre risultano assolutamente magnifiche le ambientazioni. In quasi tutti i livelli l’impatto scenico è maestoso e diversificato, con una cura al mantenimento e rinvigorimento degli scenari più famosi del primo capitolo ed al tempo stesso eccellenti aggiunte originali che mantengono lo stile e riescono a stupire ed affascinare. Il gameplay è solido, fluido, piacevole, divertente e dal buon livello di sfida, con puzzle e platforming più articolati e ramificati, scialbi invece i combattimenti. In alcuni frangenti riescono ad essere adrenalinici, ma nel complesso li ho trovati troppo spogli e semplicistici, complici anche la quantità di armi e diversità dei nemici. Ho apprezzato questo remake, per l’eccellente rifacimento delle parti essenziali e le ottime e calzanti aggiunte da parte di Crystal Dynamics, con un ritorno alla difficoltà nel platform e negli enigmi, il tutto adornato da un comparto tecnico che, anche se non perfetto o troppo all’avanguardia, riesce a catturare con l’ottima scenografia.

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