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Cover del gioco Escape from Monkey Island

Escape from Monkey Island

Prima uscita: 8 Novembre 2000

Genere

Sottogenre

Franchise

Sviluppatore

Editore

Piattaforme

PC

Recensione

Stampa

Escape from Monkey Island

Prima uscita:
8 Novembre 2000
Piattaforme:

PC

Genere:
Sottogenere:

Recensione

Stampa

Sviluppatore

Editore

Franchise

Premessa

“Escape from Monkey Island” è l’ultimo capitolo della saga “Monkey Island” sviluppato e pubblicato da “Lucas Arts” ed anche l’ultima avventura grafica della compagnia. Rilasciato a 3 anni dal terzo capitolo, non utilizza più lo SCUMM engine ma il GrimE, portando, per la prima volta nella serie, ambienti e personaggi 3D oltre che discostarsi dal classico approccio punta e clicca.

Edizioni

Standard
Gioco base;

Recensione

Versione testata: PC, Standard Edition

Comparto Narrativo

Guybrush ed Elaine tornano dalla loro luna di miele a Melèe Island, dove scoprono che la governatrice è stata data per morta e dunque l’isola necessita di un nuovo governatore. A presentarsi come candidato vi è un tale Charles L. Charles. Mentre Elaine competerà in campagna elettorale contro Charles, Guybrush dovrà trovare il modo di aiutarla a vincere le elezioni ed a scoprire un misterioso complotto da parte di un magnate australiano che sta lentamente trasformando le isole caraibiche in tranquille mete turistiche, eradicando quanti più pirati possibile.

Se da un lato troviamo una storia apparentemente più articolata, che sembra abbandonare gli stilemi più semplici e lineari dei vecchi capitoli in favore di elementi più drammatici, dall’altro le ambientazioni, i personaggi, alcuni dialoghi e in generale lo sviluppo stesso della trama risultano piatti e poco caratterizzanti. Il core di gioco sembra essere sempre l’umorismo, ma in questa incarnazione scade spesso nel banale, non risultando spigliato, originale, geniale come di consueto per la saga.

Piuttosto affrontiamo un avventura che risulta divertente solo a tratti, in determinate scene, in precisi momenti e con precise performance del protagonista, che torna ad essere unico vero protagonista a dispetto dello spazio dato ai secondari, che non riescono a spiccare come nei precedenti capitoli. 

Le ambientazioni apparentemente variegate, risultano scialbe, poco dettagliate ed esageratamente grandi, restituendo spesso una sensazione di vuoto ed a volte anche di ripetitivo. A rimanere di qualità sono gran parte(non tutte) le linee di dialogo del protagonista, che quasi monopolizza la scena e fa girare l’ironia e la comicità tutto sulla sua persona e sulle sue azioni.

Gameplay

Con il nuovo motore di gioco cambiano diversi aspetti rispetto ai precedenti capitoli. Il giocatore non controlla più un indicatore per puntare e cliccare oggetti e far interagire il protagonista con essi ma piuttosto controlla direttamente i movimenti del personaggio con un sistema tank control su di ambienti a telecamera fissa.

Non appena il personaggio si trova nel raggio di un oggetto interagibile comparirà a schermo, centralmente in basso, un elenco di azioni possibili su tale oggetto(o persona). Lo sguardo di Guybrush punterà sempre all’oggetto interagibile più vicino per aiutare ad identificarlo nello scenario.

I movimenti del personaggio e la scelta tra le azioni che compaiono a schermo sono effettuati da tasti diversi della tastiera. La combinazione di movimenti tank control e l’ingombrante elenco di azioni che compare indistintamente vicino a qualsiasi oggetto vicino, rendendosi quasi invasivo, restituisce un ostico primo approccio, nonché una generale manifestazione di macchinosità dell’intero gameplay.

E’ possibile accedere all’inventario con la pressione di un tasto, aprendo una ruota degli elementi conservati dal personaggio , con la possibilità di combinarli ed utilizzarli per la risoluzione degli enigmi nei vari scenari.

Gli enigmi sono di qualità altalenante, sia per l’enigma in sé che per la comicità che questi dovrebbero portare, a volte sfociando nel ridicolo o nell’assurdo, elementi non esattamente parte dell’umorismo della serie. Come tipico della saga non si può incorrere in un game over e sono presenti anche qui dei dialoghi utili solo a suscitare maggiormente la comicità o a sbloccare/avanzare in precisi momenti della trama.

Comparto Tecnico

Come detto il motore di gioco in questo quarto capitolo è il GrimE(sviluppato per Grim Fandango) che porta per la prima volta nella saga ambienti e personaggi 3D. In realtà alcuni oggetti e parti di background sono ancora disegnati a mano.

Lo stile cerca di avvicinarsi nuovamente ad uno più realistico come per i primi “Monkey Island”. La realizzazione generale di ambienti e personaggi è piuttosto scialba e poco dettagliata ma nel complesso tutta ben curata e realizzata. Nei grandi spazi, alcuni npc si muovono indipendentemente per dare l’idea di ambiente vivo e simulando una sorta di vita cittadina, ma a farlo sono pochi personaggi. Le animazioni sono abbastanza ben realizzate sia quelle dei movimenti sia le espressioni facciali.

Il main composer di questo titolo è Clint Bajakian, che non riesce a dare una propria connotazione o caratterizzazione, risultando in una colonna sonora povera di originalità sia nella composizione che nel genere, risultando in qualcosa di già sentito che non regala niente di più né al giocatore né alla storia, pur rimanendo calzante e adatta alla maggior parte delle scene. Di contro il doppiaggio italiano si distingue per una qualità decisamente superiore, specialmente Guybrush, qui interpretato da Massimo Antonio Rossi.

Conclusione

Picture of Exion
Exion
Amministratore

Un prodotto prosaico, monotono, incolore che riesce solo grazie ad alcune accortezze a non risultare scadente, al di sotto della media. Ad una trama potenzialmente articolata ed interessante affianca personaggi e dialoghi sciatti dove unica luce è il protagonista, che riesce a mantenere la scena il più possibile comica, relegando l’umorismo alla sua persona e privando personaggi e trama di caratterizzazione vera e ironia tipica della saga. Ad un gameplay nuovo che tenta di allontanarsi dal punta e clicca, affianca dei controlli e un’interfaccia macchinosi oltre che alcuni enigmi poco efficaci rispetto al passato. Per finire ad una realizzazione tecnica tutto sommato buona ed un doppiaggio italiano di buona qualità, affianca una realizzazione artistica e stilistica mediocre ed ordinaria oltre che una colonna sonora poco originale. Un titolo discretamente realizzato e povero di contenuti(anche originali) che non si dimostra una buona chiusura per le avventure grafiche della Lucas Arts.

Opinione

Picture of Exion
Exion
Amministratore

E’ stato difficile farsi piacere questo gioco. A cominciare dalla trama, che seppure dia l’impressione di essere ben costruita, sembra completamente senza spirito. Un’avventura non degna di un pirata, ancor meno di un pirata come Guybrush Threepwood, che strappa a fatica qualche sorriso, e che tuttavia è l’unico che si salva in questo marasma di problemi.  Mentre si dipana una trama che non coglie le occasioni per rendersi accattivante o anche solo divertente, si presentano personaggi sottotono davvero dimenticabili, che non riescono ad essere neanche loro divertenti, lasciando questo ruolo al protagonista. Un Guybrush che regge a stento il capitolo, con delle performance altalenanti e dialoghi discutibili. Anche il gameplay è stato duro da mandare giù. Il fastidio di avere sempre almeno una o due scritte a schermo perché Guybrush è vicino ad un oggetto interagibile aumenta esponenzialmente fino alla fine del gioco, non ci si abitua mai. Troppo invadente e confusionario, se ti spostavi di un passo di troppo le voci cambiano e sei costretto a riposizionarti. Gli enigmi poi… a parte un paio,sono tutti davvero poco ispirati, divertenti o anche solo impegnativi. Per non parlare del combattimento con le scimmie…a mio parere davvero di pessimo gusto. E’ lì che sono sfociati nel ridicolo perdendo il fascino che Monkey Island fin’ ora aveva avuto. A livello strettamente tecnico c’è poco da lamentarsi, ma quello che non ha funzionato è il fascino generale delle ambientazioni. Di una piattezza sconcertante. Anche le musiche, certo calzanti, ma poco incisive, e per l’ennesima volta la riproposizione in chiave non tanto diversa del classico tema di Monkey Island. Per fortuna la qualità del doppiaggio è migliorata. In definitiva un capitolo spento e senz’anima dal mio punto di vista. Un grip narrativo quasi nullo, personaggi vuoti, umorismo giusto quanto basta per essere giocato fino alla fine. Enigmi di bassa qualità e meccaniche rognose e mal gestite. Un comparto tecnico buono ma senza appeal, sia graficamente che musicalmente. Insomma un gioco che a conti fatti non mi ha regalato niente e per quanto sia decente strutturalmente parlando, sarà facilmente dimenticabile.

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