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Timeline
Nata dagli ex dipendenti della "Lucas Arts" Kevin Bruner, Dan Connors e Troy Molander, "Telltale Games" prende vita per volontà dei fondatori di non abbandonare il genere delle avventure grafiche come aveva fatto la loro precedente società. L’obiettivo, come suggerisce il nome dello studio, è quello di sviluppare videogiochi improntati più sulla narrazione che sulla risoluzione di enigmi.
I primo titolo dello studio fu "Telltale Texas Hold'em", utilizzato principalmente come test per il loro engine proprietario, il "Telltale Tool". In principio il team voleva sviluppare un nuovo titolo di "Sam & Max", i cui diritti tuttavia appartenevano ancora a "Lucas Arts" che non intendeva concedere in licenza il marchio. Aspettarono dunque fino a metà anno perchè i diritto tornassero al creatore Steve Purcell, che subito offri la licenza allo studio.
Nella prima metà dell'anno lo studio testò il rilascio episodico dei loro giochi, realizzando che la tecnica di pubblicazione poteva funzionare, diventando lo standard dello studio, dal rilascio a fine anno del primo episodio della serie Sam & Max: Save the World.
"Sam & Max: Save the World" fu un successo nonostante l'inusuale tipo di pubblicazione. Ciò portò ad un aumento di investimenti da parte degli investitori, la possibilità di cercare nuove licenze e il rilascio di una seconda stagione di Sam & Max.
La compagnia riesce ad ottenere le licenze per due marchi rilevanti, "Wallace & Gromit" e "Monkey Island" tra il 2007 e il 2008. Nel 2009, pubblica i titoli a loro riferiti, entrambi ottimi, soprattutto "Tales of Monkey Island", che diventa il primo grande successo dello studio.
"Telltale Games" allarga gli orizzonti e comincia a puntare a licenze di maggior spessore. In quest'anno ottengono dalla "NBC Universal Media" le licenze per pubblicare 2 titoli con i franchise di "Ritorno al Futuro" e "Jurassic Park". Inoltre la società pubblica la terza stagione di "Sam & Max".
Escono i successi commerciali delle licenze acquisite dalla NBC, "Back to the Future: The Game" e "Jurassic Park: The Game", utilizzati anche per testare nuovi approcci alle avventure grafiche. I guadagni permettono allo studio di puntare ad un'altra licenza che farà la fortuna della società. Acquisiscono così dalla "Warner Bros. Interactive Entertainment" i diritti per "The Walking Dead".
La serie episodica "The Walking Dead" si dimostra un enorme successo. La compagnia non solo diventa famosa al grande pubblico e ricercata da diversi publisher e licenziatori, ma segna definitivamente la rinascita del genere adventure, con un nuovo formato basato su un'esperienza più cinematografica e su scelte rilevanti affidate al giocatore che cambiano l’esperienza narrativa.
Lo studio finisce il rilascio di una sua avventura originale, "The Wolf Among Us". Nel mentre ottiene licenze sui franchise di "Borderlands", "Game of Thrones", "Minecraft", "Batman" e "Guardiani della Galassia", iniziando anche l'espansione interna allargando il personale.
La volontà di mantenere gli stessi ritmi e stili di "The Walking Dead" ha cominciato piano piano ad appiattire la qualità in favore della quantità, suscitando il malcontento dei dipendenti che si ritrovavano in un perpetuo stato di crunch. Lo studio però continua ad espandersi velocemente, ottenendo anche particolari accordi con "Lionsgate" per sviluppare una serie ibrida(televisione e videogioco) interattiva.
L'attuale amministratore delegato Kevin Bruner si dimette. Al suo posto sale Pete Hawley che annuncia cambi e ristrutturazioni all’interno della compagnia che porta al licenziamento di quasi un quarto del personale ed a un ridimensionamento delle pratiche di sviluppo, oltre che un miglioramento dell'ambiente di lavoro.
Diverse fonti e interviste di Variety, parlavano di una grave situazione di crunch nell'epoca Bruner, per rispettare le cadenze regolari degli episodi. Bruner aveva inoltre instaurato una sorta di cultura del terrore in quanto stroncava qualsiasi proposta di nuovi approcci ai titoli che oramai seguivano tutti fedelmente la formula di “The Walking Dead” minacciando con il licenziamento. Anche il controllo qualità non riusciva più a stare ai tempi portando al rilascio di episodi con numerosi bug ed imperfezioni.
L'ex presidente Kevin Bruner intenta una causa contro la compagnia per danni finanziari a seguito della sua partenza, in quanto rimosso dal consiglio di amministrazione e dunque impossibilitato a ottenere informazioni relative allo stato finanziario di Telltale in previsione della vendita di una parte delle sue azioni nella società.
Dopo la causa contro Bruner ed una partnership firmata con Netflix, "Telltale Games" senza alcun annuncio o avviso, chiude improvvisamente. Secondo l'amministratore delegato Pete Hawley la compagnia aveva ricevuto la notizia che anche l’ultimo investitore si era ritirato e perciò i dirigenti hanno voluto chiudere tutta la produzione il prima possibile, violando diverse leggi. Di conseguenza la società entrò in una procedura di assegnazione ed iniziò a liquidare le attività rimanenti.
Il caso di chiusura improvvisa della compagnia è stato eclatante in quanto i dipendenti non hanno ricevuto alcun avvertimento(contro i 60 giorni di notifica prima di un licenziamento di massa voluto dal WARN Act) e sono stati invitati ad uscire dagli edifici entro 30 minuti senza neanche ricevere un pacchetto di licenziamento. La vicenda ha portato a nuove discussioni sulla necessità di un sindacato per gli sviluppatori e dipendenti dell’industria videoludica che rischiano, come nel caso "Telltale Games", episodi di crunch o nessun supporto post licenziamento. La stessa "Games Worker Unite" ha definito l’atteggiamento della compagnia disgustoso e di sfruttamento.
"LCG Entertainment" acquista diverse proprietà intellettuali di "Telltale Games" ed annuncia un rilancio della società sotto lo stesso nome, con Jamie Ottilie come CEO. La nuova Telltale annuncia i lavori su "The Wolf Among Us 2" oltre che una posizione da freelance agli ex dipendenti con la prospettiva di un posto a tempo pieno.
La vicenda ha nuovamente creato scalpore nell'industria, in quanto alcuni credono che la nuova società dovrebbe pagare tutti i debiti contratti con l'ex staff di "Telltale Games" o offrire posizioni a tutti gli ex dipendenti. Ottilie ha sottolineato di non avere legami con nessuno degli ex dirigenti di Telltale, né di essere in una posizione finanziaria per soddisfare tali richieste, affermando di non poter riparare ai danni fatti dalla precedente società. Tuttavia il nuovo CEO ha chiesto tempo per dimostrare che la nuova Telltale abbandonerà le male pratiche del passato, evitando di espandersi troppo in fretta e regolarizzando gli orari di lavoro.