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Cover del gioco Tomb Raider: Chronicles
Recensione

Riflessioni – Tomb Raider: Chronicles

La pietra filosofale é forse la più grande leggenda dell’ambito alchemico-esoterico, e al tempo stesso la più grande fantasia umana, in quanto racchiude le tre cose che l’uomo più di ogni altro ambisce ad avere nella vita, ossia tempo, conoscenza e denaro. 

La lancia che trafisse il costato di Cristo e che si impregnò del suo sangue. Molte sono state le reliquie identificate come tale lancia, ma nessuna prova esiste per la conferma di nessuna di esse. Una sola, secondo tradizione cristiana, sembra essere la più vicina.

La Pietra Filosofale

Le vere origini del mito di questa pietra sono incerti. Le prime menzioni a riguardo risalgono al 300 d.C. nel “Cheirokmeta” di Zosimo di Panopoli, alchimista egizio. Alcuni scritti come il “Gloria Mundi”, sostengono che la pietra risalga addiritura ad Adamo, donatagli da Dio. Nel Medioevo a parlarne propriamente per primo fu l’alchimista musulmano Jabir ibn Hayyan che analizzando i quattro elementi aristotelici(fuoco, acqua, terra, aria) dedusse le 4 qualità base(caldo, freddo, secco, umido) e che ogni metallo non fosse altro che una combinazione di questi 4 principi in quantità variabili, teorizzando infine che l’oro, il metallo più perfetto, fosse la sintesi armonica di tutti e quattro i principi. Da qui il primo e più desiderato delle tre proprietà della pietra filosofale, la tramutazione di qualsiasi metallo in oro. Le altre proprietà sono l’effetto panacea per qualsiasi malattia o in alcuni casi l’immortalità e l’onniscienza assoluta, del bene e del male, del passato e del futuro.

La pietra filosofale è il risultato a cui tutti gli alchimisti ambivano, la così detta “Magnum Opus”, la grande opera, e la sua realizzazione doveva avvenire attraverso 4 fasi, ognuna associata ad uno degli elementi aristotelici: Nigredo associato alla terra, fase della putrefazione e decomposizione in cui si lasciano “morire” tutti gli ingredienti alchemici cuocendoli in un unica massa uniforme nera; Albedo associato all’acqua, fase della purificazione della massa informe scaturita dalla prima fase passando dal nero informe al bianco puro; Citrinitas associato all’aria, ed è il passaggio dall’argento all’oro, dal bianco al giallo; Rubedo associato al fuoco e traducibile come arrossamento, è l’ultima fase che porta alla realizzazione della pietra filosofale.

La Lancia del Destino

Chiamata anche la Lancia di Longino, dal soldato romano che la imbracciava, Loghinos. Durante le crocifissioni i soldati erano soliti praticare il crurifragium, ossia la rottura delle gambe del condannato per accelerarne la morte. Tuttavia durante la crocifissione di Gesù, i soldati intenti a praticare il crurifragium si accorsero che era già morto e che dunque non era necessario rompergli le gambe. Tuttavia per accertarsi della sua morte, il soldato Loghinos trafisse il costato di Gesù con la sua lancia, e come scritto nel Vangelo secondo Giovanni 19, 33-34:

“…uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.”

Il nome del soldato è citato nel Vangelo di Nicodemo e nella miniatura dei Vangeli Rabbula. I primi riferimenti alla lancia come reliquia risalgono però al 570, dove nei “Itinerarium Antonini”, si descrivono i luoghi sacri di Gerusalemme tra cui la basilica del monte Sion, che custodisce la corona di spine e la lancia.

Sono diverse nel mondo le reliquie identificate come la Lancia del Destino, come per esempio la Lancia di Antiochia del 1098, ritrovata durante l’assedio della città, oppure la Lancia di Vagharshapat, custodita nell’omonima città armena, o ancora la Lancia Papale, custodita nella Basilica di San Pietro ma di cui la chiesa non riconosce l’autenticità. Queste sono le più plausibili, mentre altre sono state considerate per breve tempo altrettanto valide nel medioevo.

La reliquia però attualmente riconosciuta come più vicina alla Lancia del Destino, é la Lancia Sacra, custodita attualmente all’Hofburg di Vienna. Questa reliquia, forse tra i simboli più importanti del Sacro Romano Impero della dinastia carolingia, sembra essere la più vicina per una particolarità della punta della lancia. Questa infatti possiede un sottile pezzo di ferro incastonato all’interno, che secondo la tradizione é uno dei sacri chiodi della crocifissione di Cristo.

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