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The Secret of Monkey Island: Special Edition

Cover del gioco The Secret of Monkey Island Special Edition
Recensione
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PIATTAFORME

PC, PlayStation 3, Xbox 360

DATA

15 Giugno 2006

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Recensione

Premessa

Con l’idea di fare qualcosa di nuovo pur rimanendo fedeli all’originale, alcuni alla Lucas Arts, tra cui il game producer Craig Derrick, proposero il remake del classico senza tempo della compagnia, “The Secret of Monkey Island”, realizzando un remake 1:1 dell’opera originale con un comparto grafico nuovo, musiche riarrangiate ed un sistema ed interfaccia rinnovate, aggiungendo al pacchetto dei bonus ed un doppiaggio inedito.

Comparto Narrativo

Essendo una rivisitazione 1a1 dell’opera originale, poco o nulla è cambiato nel reparto narrativo. In una non ben definita era piratesca, un giovane ragazzo approda sull’isola di Mêlée Island con un sogno, diventare un temibile pirata. Così si presenta indirettamente al giocatore con il nome Guybrush Threepwood e gli viene detto che per diventare un pirata, deve superare tre prove. Nel suo viaggio che lo porterà nella misteriosa Monkey Island, si imbatterà nell’amore della sua vita, la governatrice Elaine Marley, e il suo acerrimo nemico, il fantasma pirata Le Chuck, anch’egli innamorato di Elaine.

Una storia piuttosto semplice ma mai tediosa o monotona. Vero “core” dell’opera è infatti la profonda ironia ed il poco celato umorismo che permea il registro narrativo, i dialoghi, la caratterizzazione dei personaggi, l’ambientazione, i luoghi e addirittura gli oggetti e gli animali che circondano il protagonista. Niente e nessuno si prende troppo sul serio, con anche rari casi di rottura della quarta parete.

I personaggi secondari, seppur alcuni sopra le righe e stravaganti, capaci di strappare da soli qualche sorriso, servono solo da trampolino per le “disavventure” del protagonista, vero punto cardine dell’umorismo e dell’ironia dell’opera, con il suo fare estremamente leggero, a volte superficiale, che porta ad innumerevoli scene che si indirizzano al demenziale senza mai risultare ridicole o eccessive.

Una comicità ponderata ma che sa è essere esilarante, rimanendo a volte sottotono per paura forse di esagerare. Di qualità le ambientazioni, dall’ intrigante fascino misterioso ed evocativo, squisitamente piratesco, senza però presentare troppa diversità ambientale e differenziazione di stili nei vari luoghi, risultando in particolar modo, in due macro ambientazioni abbastanza dettagliate.

Gameplay

In questa rivisitazione, il gameplay subisce dei cambiamenti, senza però cambiare nulla di base negli enigmi e nella risoluzione degli stessi, che rimangono ilari e particolari, senza risultare troppo complicati, con la presenza di un sistema di indizi(regolabile) per aiutare nella loro risoluzione. La schermata è ora a schermo pieno, con la possibilità di richiamare un inventario a scomparsa dalla destra dello schermo per usare gli oggetti al suo interno.

Il sistema a verbi viene sostituito da un unico puntatore con un’ icona(switchabile con la rotellina, con la pressione di un tasto o dall’inventario) che ne indica l’azione. Come nel gioco originale, passando il mouse su qualunque oggetto o personaggio interagibile, il gioco propone l’azione più comune o logica da effettuare(come aprire una porta). Nulla cambia neanche con i dialoghi, che non inficiano nella narrazione ma piuttosto spingono la comicità dell’opera.

Niente cambia neanche nell’esplorazione degli ambienti e nell’accesso alla mappa dell’isola per raggiungere nuove località. Di particolare interesse è la possibilità, in qualsiasi momento, di cambiare in tempo reale da versione remake a versione originale(CD DOS) e viceversa, con cambiamenti quindi non solo grafici ma anche nel gameplay che torna quello originale.

Comparto Tecinco

Tecnicamente il gioco subisce un profondo re-style rimanendo però una fedele riproposizione di ogni elemento e personaggio alla sua versione originale. A cambiare drasticamente è lo stile grafico che si presenta con disegni fatti a mano e nuance pastello che reinventano e cambiano parte dello stile di personaggi ed atmosfera.

La scelta stilistica toglie parte del fascino e dell’atmosfera del titolo originale, insieme ad una parte del suo umorismo, complice il mancato aggiornamento delle animazioni che rimangono praticamente inalterate dall’originale ed un’espressività facciale(soprattutto del protagonista) molto spenta ed anonima. Inoltre in determinate parti del titolo, il lavoro dei disegni sembra affrettato e poco curato rispetto ad altre sezioni, maturando un certo sali-scendi nella qualità grafica complessiva.

Ottimo lavoro invece sul versante audio. Oltre che il riarrangiamento delle musiche, è stata modificata la frequenza delle stesse di sottofondo, ora quasi sempre presenti ed una massiccia aggiunta di suoni ambientali che colorano le azioni di Guybrush. Il titolo possiede anche un doppiaggio in sola lingua inglese, con il ritorno di Dominic Armato, Earl Boen e Alexandra Boyd che tornano a dare le voci ai rispettivi personaggi, mentre il resto del titolo è stato localizzato in italiano, con una traduzione dei testi non proprio eccellente che non riesce a rievocare completamente l’umorismo delle battute originali.

Conclusione

Picture of Exion
Exion
Amministratore

Un’opera di rivisitazione 1a1 che non sembra ricevere però l’amore che si meriterebbe un titolo del calibro di “The Secret of Monkey Island”. Dal lato narrativo non vi è alcun cambiamento, mentre dal lato gameplay si è scelto un sistema più moderno della vecchia interfaccia, con l’aggiunta di un sistema di indizi, pur rimanendo anche in questo caso fedeli all’originale. E’ nel comparto tecnico che vi sono i maggiori cambiamenti. Se dal versante audio abbiamo un ottimo lavoro di rivisitazione delle tracce e di aggiunta di suoni ambientali e doppiaggio per rendere più vive ambientazioni e scene, dall’altro lato abbiamo un profondo cambiamento di stile grafico accompagnato da una qualità realizzativa altalenante, penalizzando l’umorismo e l’atmosfera leggendari del titolo. Più che apprezzabile però, è la possibilità di cambiare in tempo reale dalla versione classica a quella remake.

Opinione

Picture of Exion
Exion
Amministratore

Un remake del primo capitolo che personalmente non ho apprezzato quanto l’originale. Un po’ per alcune scelte di design nel gameplay ma più che altro per una scelta stilistica a mio avviso pessima, anche non propriamente ben realizzata. Se narrativamente non cambia nulla, lato gameplay è stata sostituitala scelta dei verbi con un unico cursore che possiede tutti i comandi… tutti e nove. Risulta davvero scomodo andare a scorrere tutti i comandi per cercare quello adatto in quella situazione e la possibilità di aprire un altra finestra dove scegliere i comandi è anch’essa tediosa. Ma quello che più da fastidio di questa edizione è lo stile grafico scelto. Se le ambientazioni giovano del restyle, non posso fare a meno di restare infastidito da alcune inaccortezze nei disegni, alcune parti chiaramente velocizzate in fase di produzione e soprattutto la realizzazione dei personaggi. Personalmente non mi sono piaciuti in queste vesti, non c’è niente da fare, e a peggiorare la situazione delle animazioni che sembrano rimaste quelle vecchie. Un remake che fa il suo lavoro, di rieditare un vecchio classico, ma personalmente è un appena mediocre lavoro, perdendo tanto, forse troppo del fascino che aveva il primo. Per fortuna l’implementazione della possibilità di giocare alla versione originale, tra l’altro con un cambio in tempo reale, salva la situazione.

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