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Cover del gioco Tomb Raider Underworld
Recensione

Riflessioni – Tomb Raider: Underworld

Quando civilità lontane e diverse, sembrano seguire un filo conduttore comune, presentando similituine nella rappresentazione o nella narrazione di eventi diversi, ma al tempo stesso così simili.

Il mitico dio nordico, accompagnato dalla sua iconica arma, e la fine del mondo in una visione scandinava, che vanno ad impreziosire l’affascinante mitologia norrena.

L'oltretomba attraverso le civiltà

In “Tomb Raider: Underworld” Lara si ritrova davanti a diverse versioni dell’aldilà modellati dalla cultura di diverse civilità. Avalon è l’oltretomba bretone legato al mito di Re Artù. Il nome significherebbe “isola delle mele” ed è possibile che sia legato alle leggende irlandesi dell’oltremondo celtico. Nella tradizione druidica la mela è infatti strettamente connessa all’Altro Mondo. Avalon è inoltre ricordata per essere il luogo dove riposa Re Artù e dove fu forgiata Excalibur. Molti riconducono questo luogo a Glastonbury Tor, una collina nei pressi di Glastonbury che in origine era circondata dall’acqua, proprio come un’isola.

Bhogavati invece è la capitale sotterranea dei Nāga(semi-dei mezzi uomini mezzi rettile della mitologia induista e buddista), che si trova nella parte più bassa del Patala, un insieme di regni sotterranei descritti nel “Vishnu Purana” ed assimilabile agli inferi, inaspettatamente considerato un luogo più bello di Svarga, riconducibile al paradiso.

Xibalba invece è l’oltretomba governato dagli spiriti della malattia e della morte della mitologia Maya K’iche’. Traducibile come luogo dell’orrore, è assimilabile agli inferi e la più nota porta d’ingresso per tale mondo secondo i Maya era una grotta nelle vicinanze di Cobán in Guatemala. In alcune aree Maya si pensava anche che la Via Lattea fosse la strada per Xibalba. Tale luogo è descritto nel “Popol Vuh” e sembra diviso in molte aree, piene di trappole e test per i visitatori. La più importante area era quella del Consiglio dei Signori, dei della morte che governavano Xibalba.

Infine Hel(o Helheimr) uno dei nove mondi della cosmologia scandinava, è la dimora dei morti e regno governato da Hel(o Hela) figlia di Loki. Assimilabile agli inferi, spesso Hel viene affiancato o addirittura si sovrappone a Nifheimr, terra della nebbia e del ghiaccio della mitologia norrena. Purtroppo nelle mitologie nordiche sono molte le incongruenze che rendono poco chiara la struttura reale dei vari mondi. Questo ha però permesso più volte in testi letterari, cinema ed in questo caso videogiochi, di modellare con più facilità e personalità la mitologia nordica senza rovinarne il fascino.

Thor e Ragnarǫk

Considerato uno dei più famosi dei nordici ed anche uno dei più amati e venerati al tempo delle divinità germaniche, Thor è il dio del tuono e delle tempeste, figlio di Odino e Jǫrð. Secondo la mitologia, dimora ad Asgard ed è considerato il più vicino al concetto di “dio degli uomini”, motivo per il quale era addirittura più amato di Odino dagli scandinavi. Nell’ “Edda di Snorri”, Thor è in possesso di tre beni magici cruciali: i Járngreipr, ossia i guanti in ferro necessari per brandire il martello per il suo manico modificato, reso più corto a causa di un inganno di Loki; Megingjörð, ossia la cintura che raddoppiava la forza del dio; Mjöllnir, ovvero il leggendario martello realizzato dal nano Sindri dall’immensa potenza e simbolicamente associato al lampo.

Secondo la mitologia, Thor combatterà con Miðgarðsormr durante il Ragnarǫk, uccidendolo ma rimettendoci anch’egli la vita. Nel mito Ragnarǫk è la battaglia finale tra bene e male in seguito al quale il mondo sarà distrutto e rigenerato. Il suo svolgimento è incerto e tra le creature a parteciparvi vi è appunto Miðgarðsormr, un serpente gargantuesco talmente lungo da poter avvolgere l’intero mondo nella sua stretta, il suo nome infatti significa serpe di Miðgarðr, nome nordico usato per indicare la Terra.

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