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Cover del gioco Bioshock Infinite
Recensione

Riflessioni – Bioshock Infinite

La teoria della meccanica quantistica dell’ interpretazione a molti mondi propone una diversa considerazione del collasso della funzione d’onda rispetto all’interpretazione di Copenaghen, che vede sostanzialmente annullato qualsiasi paradosso relativo al tempo e allo spazio.

La simbologia dietro il battesimo in Bioshock Infinite, che attraverso i sottotemi dell’eccezionalismo di Columbia, il razzismo, la ribellione e l’estremismo religioso, porta al classico tema cardine della serie, la scelta, in un viaggio attraverso i preconcetti di destino e predeterminazione, tra passato e futuro, tra variabili e costanti.

Interpretazione a Molti Mondi

Il cognome di Booker DeWitt è un (molto) probabile riferimento a Bryce Seligman DeWitt, un fisico teorico dedicatosi specialmente alla meccanica quantistica e alla cosmologia, che rielaborò la teoria del 1957 di Hugh Everett III su un’interpretazione della meccanica quantistica contrapposta alla più diffusa “interpretazione di Copenaghen” di Bohr e Heisenberg. DeWitt battezzò questa teoria “Interpretazione a molti mondi”.

Il problema principale della meccanica quantistica è il fatto che nonostante la teoria sia stata verificata sperimentalmente, alcuni punti lasciano spazio a varie interpretazioni che dipendono principalmente da come viene considerata la funzione d’onda ed il collasso della stessa. Per funzione d’onda si intende una complessa equazione che rappresenta la densità di probabilità dello stato di un sistema fisico in specifiche coordinate spaziali e temporali. L’intero argomento è di interesse non solo nell’ambito scientifico ma anche in quello filosofico, con interessanti spunti nell’ontologia.

L’obiettivo primario dell’interpretazione a molti mondi è quello di evitare il possibile collasso della funzione d’onda, ossia la riduzione delle probabilità nel momento dell’osservazione del sistema fisico considerato. Un esempio famoso ed abbastanza pratico per comprendere questi concetti è il paradosso del gatto di Schrödinger. Il fisico austriaco propone uno scenario nel quale abbiamo un gatto in una scatola chiusa, insieme ad un congegno in grado di ucciderlo, che ha la probabilità del 50% di attivarsi o meno. Finché non apriamo la scatola e osserviamo dentro, il gatto è potenzialmente sia vivo che morto. Ciò rappresenta lo spettro di probabilità che può avere la funzione d’onda. Nel momento dell’osservazione sapremo se il gatto è vivo o morto e questo momento corrisponde al collasso della funzione d’onda, in quanto si riduce lo spettro di probabilità ad una sola delle due possibilità.

Questo ovviamente è un esempio semplificativo applicato ad un sistema macroscopico, ma rende bene l’idea. Mentre con l’interpretazione di Copenaghen “la realtà” è unica, ossia la funzione d’onda collassa ad una sola delle possibilità, con l’interpretazione a molti mondi non avviene nessun collasso della funzione, ed il fatto che il gatto è, prima dell’osservazione, sia vivo che morto, non rappresenta un paradosso, entrambi gli eventi infatti si verificheranno sicuramente in due distinte realtà indipendenti, solo che l’osservatore potrà accertare solo quella al quale appartiene.

Entrambe le interpretazioni hanno diverse altre variabili e punti ambigui, come i principi di località, realtà e completezza di uno stato fisico, il problema della misurazione e dell’entanglement quantistico che rendono complesso l’argomento ma permettono di capire il perché l’esistenza di molteplici interpretazioni di una teoria fisica(la meccanica quantistica) rivoluzionaria che introdusse a suo tempo la fisica moderna e che si fa pioniera del futuro dell’umanità. Applicando tutto questo al contesto narrativo di “Bioshock Infinite”, il potere di Elizabeth è sostanzialmente quello di poter verificare le altre realtà al di fuori della sua, scegliendo non solo le coordinate spaziali ma anche quelle temporali. Ciò la renderebbe potenzialmente onnisciente ed onnipresente.

Il battesimo

Quella di Zachary Comstock è una teocrazia imposta sulla base delle sue presunte abilità profetiche. Con l’aiuto di Rosalind Lutece Comstock ha potuto viaggiare per molti mondi ed ere, e grazie a ciò ha fatto credere di essere un profeta. La stessa Columbia è pensata come paradiso terrestre, tra le nuvole, neoclassica ed estremamente pacifica, sia nell’architettura che nei colori. Questa bella facciata nasconde un forte eccezionalismo americano ed un’ estremo patriottismo, che sfociano in ideali puritani e xenofobi. Columbia è da considerare quasi come la “Città Santa”, che sta al di sopra delle altre(metaforicamente e letteralmente) ed anzi sarà fautrice della distruzione della “Sodoma di sotto” come dice Comstock nei suoi discorsi, in una sorta di destino manifesto per il popolo di Columbia.

Un nazionalismo che, sorretto da una forte fede religiosa, produce gli evidenti sottotemi di “Bioshock Infinite”: razzismo ed estremismo religioso. Da una parte abbiamo Jeremiah Fink e Daisy Fitzroy, dall’altra Zachary Comstock e Booker DeWitt. Sul tema del razzismo vediamo Fink, uno dei Fondatori e imprenditore fortemente capitalista a cui poco importa delle profezie di Comstock e che vuole solo arricchirsi, sfruttando i suoi lavoratori, trattandoli come schiavi. Fink divide il mondo in leoni, bestiame e iene, dove i leoni sono i leader, il bestiame i lavoratori e le iene coloro che vogliono rubare il bestiame. Addita se stesso e Booker come leader ed aggiunge che “i leoni stanno con i leoni, non con le iene” riferendosi ai suoi accordi con la Fitzroy.

Daisy, donna di colore che fu accusata ingiustamente della morte di Lady Comstock, fondò i Vox Populi subito dopo, ed iniziò una rivolta contro Fink ed i Fondatori, cercando di portare giustizia a Columbia. Intelligente e da forti principi morali, ha però creato un movimento diventato troppo sanguinoso ed eccessivamente aggressivo, che una volta scoppiata la rivoluzione, vandalizza e distrugge tutto, terrorizzando ed uccidendo anche cittadini innocenti. Insomma due facce alla fine, di una stessa medaglia.

Sul tema dell’estremismo religioso abbiamo invece il profeta Comstock ed il falso pastore DeWitt, che come per Fink e Fitzroy “l’unica cosa che li distingue, è come scrivi i loro nomi” per citare lo stesso Booker, e tale frase non può essere più vera in quanto i due sono due versioni di una stessa persona. Questo sottotema infatti introduce quello principale, tipico della serie, la scelta, scelta che ha creato i mondi a seguire a partire da un solo topico momento…il battesimo. Nella scelta se battezzarsi o meno, otteniamo il Booker che ha venduto la figlia per i debiti o il Comstock che ne ruba una dai vari mondi possibili perché sterile. L’intero titolo è da considerarsi una reazione a quell’azione da parte di DeWitt/Comstock di battezzarsi o meno.

Ancora una volta, ad accompagnare la valorizzazione della scelta vi è un nuovo rapporto padre-figlia come lo era quello tra Big Daddy e Sorelline. Booker va a Columbia per portare via Elizabeth, senza sapere che è sua figlia. Tra i due nasce e cresce un particolare rapporto, che finisce per diventare appunto di estrema protezione da parte di Booker per Elizabeth, anche al di fuori del suo incarico. Booker finisce per capire, o meglio ricordare, ciò che ha fatto a sua figlia e che sia Booker(che l’ha venduta) o sia Comstock(che l’ha rinchiusa) con lui sembra finire sempre allo stesso modo, nuocendo ad Elizabeth/Anna. Per questo, quando riportato all’evento del battesimo sceglie di annegare. Morendo nell’istante in cui tutto ebbe inizio si cancellano tutte le linee alternative scaturite dalla scelta, morendo non esisterà più un Booker che vende la figlia né un Comstock che la rapisce e la rinchiude, morendo sconfigge il nemico, se stesso, ed annulla le sofferenze fatte a sua figlia nel tentativo di espiare almeno in parte tutti i suoi peccati.

Dunque Booker, Comstock, ma anche Fink, Daisy, sono tutte variabili, che cambiano in base a diversi fattori. Ma nelle infinite possibilità, negli infiniti universi, Elizabeth ci dice che vi sono anche delle costanti, cose che permangono, come dice lei: “c’è sempre un faro, c’è sempre una città, c’è sempre un uomo…”, lo possiamo intuire dai molteplici interventi dei Lutece, in particolare nel lancio della moneta, il risultato di quel lancio è per esempio una costante in quanto in tutti i casi da loro provati su diversi Booker, il risultato è sempre stato testa. Elizabeth pone la domanda a Booker: “hai paura di Dio?” e Booker risponde con “no, ma ho paura di te”, ciò esplica perfettamente cosa è diventata Elizabeth, potenzialmente un essere onnisciente ed onnipresente, quasi al pari di un Dio, in quanto può navigare attraverso l’oceano di infinite possibilità, trascendendo l’essere una costante o una variabile, come i Lutece.

Quella di Booker è una storia sull’ineluttabilità del destino e sulla sua predeterminazione, ma anche di come a volte delle scelte ponderate, basate sulle proprie esperienze e con uno sguardo al passato, possano cambiare le cose, possano cambiare un futuro già scritto. Dover scegliere tra DeWitt e Comstock al battesimo era predeterminato, era il suo destino, ma Booker scegliendo di essere entrambi, scegliendo di morire, ha fatto una scelta libera dalle catene del fato, eliminando di fatto tutti i mondi nel quale ha fatto del male a sua figlia.

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